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giovedì 7 maggio 2015
sabato 2 maggio 2015
Per festeggiare il compleanno di mio marito e mio suocero, la nonna Igi si è offerta di preparare uno dei suoi più famosi cavalli di battaglia : " Baccalà in umido con verdure" .
Ma come ci è arrivato il baccalà sulle tavole abruzzesi dalla lontana Norvegia?
Come per tante altre scoperte, dobbiamo dire grazie a un mercante veneziano che naufragò su un'isola dell'arcipelago delle Lofoten, verso la metà del 1400.
Una volta riuscito a tornare in patria, svelò il procedimento per essiccare il merluzzo all'aria di mare e di quanto questo cibo fosse importante per l'alimentazione dei marinai della Serenissima poichè lo si poteva conservare per lungo tempo nella stiva delle navi.
Molto probabilmente, durante i loro viaggi, i Veneziani importarono tale alimento a Napoli, anche se sotto forma di stoccafisso ( va ricordato che si distinguono perchè lo stoccafisso va essiccato all'aria mentre il baccalà è conservato sotto sale) e poi anche a Lanciano durante le rinomate Fiere che qui si tenevano già nel '500. Lo stoccafisso fu particolarmente apprezzato dai contadini perchè era più facile da conservare ed anche perchè più economico; inoltre era contemplato anche nell'elenco dei cibi cosidetti " di magro " e consigliato dalla Chiesa durante il periodo della Quaresima.
Ad Ortona ,tuttora, è di tradizione un ottimo piatto a base di stoccafisso e cavoli neri che un tempo si preparava in un paiolo di rame con tre piedi chiamato " puzenette ".
Ma torniamo alla nostra ricetta.
Per prima cosa bisogna soffriggere in abbondante olio extravergine di oliva i tranci di baccalà precedentemente lavati e ben asciugati
Una volta dorati, vengono tolti dal tegame e messi da parte, su carta assobente, per asciugare l'olio in eccesso.
Si preparano carote e sedano tagliati a tocchetti e si mettono ad appassire nello stesso tegame con l'olio che è servito a soffriggere il baccalà.
Dopo una prima cottura di queste verdure, si uniscono le cipolle , affettate sottilmente, e falde di peperone
Si lasciano appassire tutte le verdure a cuocio dolcissimo, dopo averle abbondantemente innaffiate con vino Trebbiano d' Abruzzo.
Mentre le verdure cuociono, si pelano e tagliano a tocchetti delle patate ( nonna Igi adora quelle a buccia rossa...) e si soffriggono poche alla volta in olio extravergine di oliva.
Quando tutte le verdure sono cotte, si uniscono a queste le patate e la salsa di pomodoro e si lascia cuocere il tutto , sempre a fuoco dolcissimo.
Quando il sugo ha preso la giusta consistenza, si aggiungono, delicatamente, i pezzi di baccalà precedentemente fritti, olive nere ed abbondante basilico sminuzzato. Qualora fosse gradito, si può aggiungere del peperoncino piccante.
Ed ecco la nostra Cuoca all'opera !!!!
Ma come ci è arrivato il baccalà sulle tavole abruzzesi dalla lontana Norvegia?
Come per tante altre scoperte, dobbiamo dire grazie a un mercante veneziano che naufragò su un'isola dell'arcipelago delle Lofoten, verso la metà del 1400.
Una volta riuscito a tornare in patria, svelò il procedimento per essiccare il merluzzo all'aria di mare e di quanto questo cibo fosse importante per l'alimentazione dei marinai della Serenissima poichè lo si poteva conservare per lungo tempo nella stiva delle navi.
Molto probabilmente, durante i loro viaggi, i Veneziani importarono tale alimento a Napoli, anche se sotto forma di stoccafisso ( va ricordato che si distinguono perchè lo stoccafisso va essiccato all'aria mentre il baccalà è conservato sotto sale) e poi anche a Lanciano durante le rinomate Fiere che qui si tenevano già nel '500. Lo stoccafisso fu particolarmente apprezzato dai contadini perchè era più facile da conservare ed anche perchè più economico; inoltre era contemplato anche nell'elenco dei cibi cosidetti " di magro " e consigliato dalla Chiesa durante il periodo della Quaresima.
Ad Ortona ,tuttora, è di tradizione un ottimo piatto a base di stoccafisso e cavoli neri che un tempo si preparava in un paiolo di rame con tre piedi chiamato " puzenette ".
Ma torniamo alla nostra ricetta.
Per prima cosa bisogna soffriggere in abbondante olio extravergine di oliva i tranci di baccalà precedentemente lavati e ben asciugati
Una volta dorati, vengono tolti dal tegame e messi da parte, su carta assobente, per asciugare l'olio in eccesso.
Si preparano carote e sedano tagliati a tocchetti e si mettono ad appassire nello stesso tegame con l'olio che è servito a soffriggere il baccalà.
Dopo una prima cottura di queste verdure, si uniscono le cipolle , affettate sottilmente, e falde di peperone
Si lasciano appassire tutte le verdure a cuocio dolcissimo, dopo averle abbondantemente innaffiate con vino Trebbiano d' Abruzzo.
Mentre le verdure cuociono, si pelano e tagliano a tocchetti delle patate ( nonna Igi adora quelle a buccia rossa...) e si soffriggono poche alla volta in olio extravergine di oliva.
Quando tutte le verdure sono cotte, si uniscono a queste le patate e la salsa di pomodoro e si lascia cuocere il tutto , sempre a fuoco dolcissimo.
Quando il sugo ha preso la giusta consistenza, si aggiungono, delicatamente, i pezzi di baccalà precedentemente fritti, olive nere ed abbondante basilico sminuzzato. Qualora fosse gradito, si può aggiungere del peperoncino piccante.
Ed ecco la nostra Cuoca all'opera !!!!
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